Nell’insegnamento occorre un profondo cambiamento di prospettiva per fare un salto di qualità che ci consenta di interpretare una didattica non al rimorchio dei mutamenti che stiamo vivendo (non essere cioè il tender di una locomotiva che si aggrappa disperatamente al trainante cercando di non sganciarsi) bensì interprete e stimolo critico. Se è vero che ogni media performa la sintassi mentale dei suoi fruitori, oltre che esserne originato, allora c’è una duplice alternativa che si presenta a noi come educatori:
Strategia correttiva L’insegnamento deve correggere le problematiche che le novità comportano. Molti pensano che l’utilizzo dei sistemi mediatici comporti la destrutturazione di abilità di base, l’atrofizzazione progressiva di operazioni cognitive…. in realtà si ha la sensazione che uscendo dalla prospettiva di un modello di sapere da acquisirsi in modo tradizionalmente curricolare, l’unico rischio che si corre è quello descritto da Augier con il concetto di oligarchia planetaria (il riferimento è di tipo politico: “Il rischio: è quello di una disuguaglianza inimmaginabile oggi, perché riguarda sopratutto la conoscenza, tra quelli che saranno alla punta del sapere e quelli chiusi in una permanenza del non sapere”.
Strategia di anticipazione Se vogliamo prendere coscienza del nuovo che cresce, dobbiamo affermare con forza che occorre un cambiamento di rotta e che una didattica basata su vaghi criteri di merito, di ritorno al rigore e di misurazione oggettiva di saperi che non servono più a nessuno ecc. oggi non solo è del tutto fuori luogo ma è anzi nociva per più di una ragione, non solo intrinsecamente didattica ma financo sociale. Occorre assumere una prospettiva diversa, mettendo in discussione alcune basi di fondo del nostro pensare e quindi del nostro operare.
La prima necessità è l’elaborazione di un nuovo modello di sapere (non nel senso dei contenuti) che abbia alcune caratteristiche ben precise:
– ipertestuale/frammentato invece di sequenziale/strutturato
– funzionalizzato invece di strumentale
– decurricolarizzato invece di curricolarizzato
– cognitivizzato invece di strutturale (es della grammatica cognitiva)
– inferenziale invece di sillogistico
– con valenze concrete invece che esclusivamente teorico
La seconda è la progettazione di un nuovo modello di apprendimento che tenga conto di:
– tempi brevi
– procedure di conferma
– schematizzazione spaziale
Insomma, una nuova stagione di ricerca didattica che vada nel senso della comprensione precisa di quei cambiamenti sopra esposti e si apra a una prospettiva autenticamente cognitivista, quella cioè che ragiona sui processi retrostanti alle operazioni cognitive.