Scriveva Shelley in A defense of poetry (1821) : “La poesia è davvero qualcosa di divino. Essa è a un tempo il centro e la circonferenza della conoscenza; è ciò che che comprende tutte le scienze e a cui tutte le scienze devono essere ricondotte. LA poesia, diversamente dal raziocinio non è un potere da esercitarsi in accordo con la volontà. Un uomo non può dire: «Voglio comporre poesia». Non può dirlo neanche il più grande poeta, perché lamente quando crea è come una brace che sta spegnendosi, che una qualche invisibile forza, simile a un vento incostante, ridesta a un momentaneo splendore.” Questo testo indubbiamente animato da un senso romantico evidentissimo, contiene alcune idee che paiono adattarsi a tempi come i nostri. Esaurita la fiducia in una dimensione asettica, oggettiva della conoscenza, anzi addirittura scientifizzando la non scientificità della conoscenza possibile, di fatto gli scienziati sono diventati i nuovi poeti, i nuovi affabulatori dell’evo moderno postatomico. Vengono alla mente i sacerdoti dell’atomo partoriti dalla fantasia di Van Vogt che partendo dalla scienza, d’un tratto si sbarazzano dell’apparato scientifico per cercare di dominare una conoscenza andata fuori controllo e diventano i torpidi sostenitori d’un sistema regredito. La scienza diventa religione, così come la conoscenza diventa oggi narrativa e torna a necessitare degli strumenti narrativi della poesia per trovare una sua strutturazione.
Per questo ho deciso di aprire gli archivi e di ripercorrere a vario titolo alcune tappe di composizione poetica.
La prima che ho intitolato “Fase quattro” è l’ultima in ordine di composizione mentre nella pagina fan ricostruisco il percorso che negli anni ha portato a questi ultimi testi. Poesie per un anno è un progetto che, attraverso una scansione di tipo temporale (non strettamente cronologico), tocca alcuni nodi vitali di riflessione come la potenzialità delle parole, l’attribuzione di un senso al comune pensare umano, il desiderio di elevazione che collide con la presa di coscienza dei limiti antropologici. Fase quattro è disponibile presso StreetLib shop. Un’anteprima è consultabile qui.