Accocchi un santo invetrio
senza avere donato né manco
le poste lunose retro
d’aratro che assai immanca nel solco.
È nella notte il chiùrlo d’iride
sonante di stagno, proprio
il ragno folloso e irrido
che salente la scurìa.
Ma non v’è neanche un cerchio
nel tuo giorno
insano, pieno di grano
e vuoto di vesca, sale
e materia di riso
abbondato dai tempi.
04/03/06