Solo madri sicure e approvi il lume
di un improbabile Copernico:
“Centro” ed è l’Univago, Galassie a
gocce sui pensieri.
Senza essere né solo e triste
conto atomi sentendoli formicolare alle dita:
è forse acquiescenza o pozzo disidratato
di ricordi disseccanti?
Svanire, sì ebbro, svanite, retaggio
crudele selvaggio nel morire di sé
senza un filo di ciglia
o gracchio di paglia e poi fuoco:
una danza, un affusto di stelle,
levarsi di chepì, siediti sulla poltrona
libero, ricominciare.
(1987)