La palma suona il vento
Tra spazi di foglia vibrante
E umido d’aria di mare.
Fosse grigio così anche il senso,
imbronciato a considerare
ciò che tutto é.
Invece nulla attende la sera,
nessuno l’avvista e, meno
di te che allegra ne’ canti,
tutti la giocano in niente.
Eppure sapessi (e forse lo sai)
Che sabbia vi scivola sopra
Che membra ne entra a contatto,
che arguti trifogli essa muta
sull’acqua in venire.
Tu non sai, ecco il vero,
sei nata discosta e
discosta morrai,
dal senso felice e
incurante dell’ombra,
vera donna di cielo.
Se un giorno nel vetro
Incrinato e scagliato
Vedrai il volto vicino
Ricorda di ardire,
continua il tuo gioco
perdona l’incrino:
l’umana pianta
ridare non può
che piccole bacche,
sparute agli uccelli.
29/10/1999